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Doveva allo Stato 8 milioni di dollari

Hitler evadeva le tasse e doveva allo Stato tedesco 405.000 marchi, l'equivalente di 8 milioni di dollari attuali. Quando, però, prese il potere nel 1933 i suoi debiti con gli uffici tributari svanirono nel nulla. Lo ha scoperto Klaus Dieter Dubon, un notaio in pensione, che ricercando negli archivi di Monaco, ha svelato come il Fuehrer per 8 anni, prima di diventare cancelliere, "combattesse" come un normale cittadino con gli esattori delle tasse.

Hitler nel 1933 guadagnò 1.232 milioni di marchi dalla vendita del famoso libro "Mein Kampf", in cui il gerarca nazista spiegava la sua dottrina della supremazia razziale dei tedeschi e le sue ambizioni di annettere alla Germania vasti territori dell'ex Unione Sovietica. Avrebbe dovuto pagare tasse per 600.000 marchi per il notevole reddito avuto dalla vendita del libro, ma non tirò fuori neanche un soldo.

Anzi, tentò di rimandare il pagamento e addirittura chiese il permesso di versare le tasse ratealmennte. Come cancelliere Hitler guadagnava una cifra spropositata rispetto, per esempio, ai magri stipendi degli insegnanti, ma non pagò mai niente di imposte perché dichiarava di donare l'intera somma ad istitutiti di carità per vedove. Cosa che in realtà non fece mai.
Per ridursi le imposte il dittatore usò stratagemmi e trucchetti che i tedeschi usano ancora oggi. Tentò di far passare la sua nuova Mercedes come auto aziendale. Cercò di dedurre dalle tasse i costi per una scrivania, mensole, viaggi, parrucchiere e segretaria personale descrivendoli come "spese professionali".

Dal 1933, però, il cancelliere non dovette più preoccuparsi degli uffici tributari che, infatti, nel 1934 dichiararono Hitler svincolato dall'obbligo di pagare le imposte e successivamente cancellò i suoi debiti con lo Stato tedesco. Addirittura, il capo dell'ufficio delle tasse di Monaco, Ludwig Mirre, fu promosso a capo dell'ufficio delle imposte di tutta la Germania e ricevette un aumento di stipendio del 41%.
fonte: TG COM